martedì 17 luglio 2012

She nameless



You're the best,
above all, and all
and above the rest.

You are the poor sweet lies
of a life of tears and prayers.

Broken promises?
only lies, let's be honest!
honesty that you do not know what to do with it.

You always said:
"Honesty what are you doing?"

I always say:
"Love without honesty and trust
can not exist, it makes no sense.
Unfortunately, only for me was love. "

Thanks, now I can give
the right name to the right things
the right place at the right actions.

Thank you,
now i know your proper place
is out of my life.

Now, you are to me nothing.

From my heart to my mind,
deeply,
from the bones and meat ...
... nothing and nothing will be six.

Se non ora, quando?


Resto sconvolto, come mai in vita mia.
Credevo di averle provate tutte, 
dei sentimenti parlo;
di dolore e di amore 
credevo di averle provate ... tutte.


L'esistenza stupisce sempre ...
il mio cuore si è disintegrato 
come se non fosse mai esistito,
come se non avesse mai vissuto;
tutto quello in cui credevo 
si è sfaldato in dolci memorie ... dolore.


L'esistenza stupisce sempre ...
tutto è rinato come una melodia 
finalmente accordata ... amore.
Con buona pace dei singoli strumenti ..
se non ora, quando? Adesso ... 
arrivederci dolce amica ..
grazie del tuo sincero affetto.

Terra mia


Le onde mi riportano l'odore di te,
resto presente,
immobile sul molo a naufragare.
Piangendo, urlo "presente".
Non riconosco niente intorno a me,
le cose che percepisco mi sono estranee,
le sento ostili, mortificano il tuo ricordo.
Non mi sforzo di capire,
rassegnato alla tua mancanza.
Davanti a me, la nave sembra un fantasma,
si dissolve, come la speranza,
qualcosa che, oramai, non esiste più.
Ricordo ...
Le rosse foglie d'autunno,
i freddi filari antichi,
i tuoi capelli ... così belli.
La terra d'agosto, umido miraggio,
la tua forza e le tue gioiose grida.
Gli ulivi, i fuscelli, sferzati dal vento,
le tue mani, sempre intente, mai ferme.
Non dimentico ...
L'orto, la paglia, i quattro pulcini,
tu chino a seminare,
noi festosi a trebbiare.
L'anatroccolo giocherellone,
l'oca muta, di nome ma non di fatto,
le tue storie di guerre,
i miei cento cani,
i tuoi mille gatti,
le mie storie di bambino,
le tue sofferenze da vecchio.
L'erba mattutina uggiosa di primavera,
l'odore di muschi, funghi e castagne,
la tua voce ... che pace.
Sei terra mia.

Perla


Perla, spero tu capisca che ti ho amato e ti amo più dei miei figli.
Ti tengo preservata, ti custodisco,
preziosa come sei ti coccolo da sempre.
I miei veri figli li ho sempre abbandonati appena nati,
non conosco la loro sorte, non li ho visti crescere.
Tu sei diversa, ti ho accarezzata per anni, da quando eri piccola,
piccola come un granello di sabbia.
Ti ho visto crescere, giorno dopo giorno, io non ho avuto
occhi o pensiero se non per te o mia preziosa.

Padre oh madre mia, io non resisto più in questa prigione,
voglio uscire, conoscere, vedere, voglio percorrere la vita.

Come padre ti tengo confinata, perché so,
che chiunque ti vedesse non potrebbe fare a meno di averti,
la tua bellezza non ha eguali.
Come madre non posso fare a meno di te,
la tua mancanza sarebbe per me fatale.
Liberami o padre se mi ami, lasciami andare madre,
ti prego lasciami ...

Perla non riuscì a terminare la frase, un forte scossone la fece tremare.
Addio o mia preziosa, il destino ha scelto per noi,
adesso sarai felice, non ci rivedremo più,
quando ti ricorderai di me io sarò già morta.
Perla, adesso era felice, si aveva sofferto,
all'inizio aveva subito un'operazione molto dolorosa,
ma adesso tutto quello che desiderava era alla sua portata.
Viaggiava spesso, frequentava feste sfarzose,
guardava il mondo da una posizione privilegiata.
Era sempre in compagnia di altri suoi simili
con cui pettegolava ininterrottamente giorno e notte.
La persona che ora l'amava si prendeva cura di lei,
Perla inebriata dalla sua felicità aveva ormai dimenticato
la sua origine, mai un pensiero, da allora,
era caduto sulla sua genitrice.
Come Perla tra perle, in una collana, era ormai felice.

Alla 'felicità' di alcuni, corrisponde alcune volte, l'infelicità di altri.

La Meraviglia


Lentamente la mano si calava, planava, lentamente si posava.
Lentamente il corpo si piegava, seguendo con grazia l'apertura del braccio.
Gisella si trovava, adesso, inginocchiata davanti a quella meraviglia.
Sulla bassa collina, verde di erba mattutina, sotto il gigante olmo,
enorme fungo a dominare la vetta,
Gisella nel suo abito da cortigiana, color dell'orzo, damasco al corpetto,
con i suoi capelli rossi, rosso del malto maturo,
rosso dei lunghi boccoli, rosso il viso per la freschezza dei suoi sedici anni.
Nell'ombra dell'olmo, nei venti leggeri, nei pollini sospesi,
nel vestito opprimente, Gisella, lo sguardo come ad accarezzare,
lenta la testa ad inclinare, per capire la consistenza,
per indovinare la trama e la resistenza.
La mano ormai n’accarezzava la sagoma, la testa ruotava e s’inclinava,
quasi a pennellare la meraviglia, le dita quasi a stringere,
i capelli a suonare il bavero del vestito, gli occhi, fissi prima,
ebri di bramosa voglia, poi lentamente rilassati e dolci.
Gisella desisteva, restava incantata, ormai sapeva, aveva capito.
Figlia dell'olmo secolare, i petali blu intarsiati, venati di rosso e oro,
il gambo verde mantide, le spine di rosso vermiglio
e le poche foglie di seta turchese.
Meravigliosa quella rosa era.
Troppo bella per essere colta e Gisella non voleva,
sapendo, rovinare quella sublime estasi emotiva.
Decise allora che avvrebbe accompagnato,
vegliando giorno dopo giorno l'intera vita di quella meraviglia.

sabato 14 luglio 2012

Resa cromatica


Mi trovo spesso per lavoro a Berlino, 5 o 6 volte all'anno,
per periodi che variano da tre giorni ad una settimana.
Non parlo tedesco, ma lavoro con persone che
parlano l'inglese e alcune abbastanza bene l'italiano.
Non metto piede a Berlino senza aver portato con me
un pacco di caramelle Rossana, un pacco da un chilogrammo.
Thomas Zeiss è un vagabondo di circa 40 anni,
vive in una fabbrica abbandonata, al primo piano,
dove da un piccolo ripostiglio ha ricavato la sua casa.
Per porta usa un armadio, che ha intelligentemente
montato su rotelle e bloccato con un catenaccio.
Non ci sono finestre, ma c'é un lucernario,
che gli permette di vedere, di notte, le stelle.
La particolarità della sua stanza, in cui c'é solo un letto
ed un comodino, peraltro di buona fattura, la particolarità,
dicevo, sta nel fatto che Thomas ha rivestito tutte le pareti
di fogli colorati, ogni foglio è una acqua forte di un solo colore,
ogni foglio di un colore diverso, di un cromatismo diverso.
I foglio sono applicati alla parete con una cura certosina,
una precisione immediata,
ognuno dista dall'altro esattamente quattro centimetri.
I 'vagabondi' sono persone speciali,
persone che hanno una sensibilità superiore,
vedono cose che noi non vediamo,
capiscono cose che noi non immaginiamo.
La loro sensibilità non gli permette di assorbire,
senza traumi, le scariche emotive della società moderna.
Le migliaia di sollecitazioni per unità di tempo,
che noi persone 'normali' ormai abbiamo metabolizzato
nel subconscio e quindi che automaticamente filtriamo,
per loro sono un continuo pungolare
una doccia di lente gocce nel loro cervello.
Ogni sera, dopo aver terminato il lavoro,
compro due bei panini, all'italiana,
e quattro birre ghiacciate, mi reco al solito posto.
Trovo sempre ad aspettarmi Thomas.
Apre una birra, apro una birra,
cin cin, beviamo lentamente, rilassati.
Scartiamo i panini, mangiamo e finiamo la prima birra.
Apriamo la seconda birra ed iniziamo a discutere.
Le nostre discussioni sono per lo più dei
suoi monologhi sui prismi e su qualunque cosa che
possa 'filtrare' la luce, delle discussioni sul 'tutto'.
Thomas è un fisico specializzato in ottica,
nato a Berlino è trasferitosi subito dopo gli studi,
per lavoro a Londra.
Sette anni di duro lavoro ed una sera, controllando
i percorsi di una macchina ottica, SBANG,
come uno specchio che si rompe, i suoi occhi o meglio
il suo cervello non catturano più i colori.
Inizia per lui, l'isolamento volontario,
quella che lui chiama la "rivolta dei vetri".
Ho conosciuto Thomas due anni fa,
passeggiando, lo vedo seduto ad una panchina.
Vengo subito attirato dalla sua dignità,
dal suo assorbimento in qualcosa di matematico,
vedo le sue labbra contare, i suoi occhi fare calcoli.
Mi avvicino, estraggo il contenuto della tasca destra della giacca,
un marco, cinquecento lire, una caramella Rossana.
Lui come risorto dal suo meditare, scruta con interesse
il palmo della mia mano fissando la caramella,
mi guarda aspettando un mio cenno di assenso.
Scartoccia la caramella, la mette in bocca,
poi lentamente apre l'involucro rosso,
lo gira, lo stira, lentamente lo alza verso un lampione
"Guardando attraverso questo oggetto ho una parvenza di colore".
Thomas usa le carte rosse delle Rossana per riempire gli
spazi vuoti tra i fogli colorati nella sua stanza,
sperando che quella parvenza di colore potesse trasmettersi
ai colori adiacenti.
Ogni volta che lascio Berlino, lui mi saluta sempre nello
stesso modo, con un abbraccio e con queste parole
"Non ho più resa cromatica"
mentre una lacrima gli solca lenta lo zigomo.

L'impronta ...


... di questo blog è prettamente intimista.
Dai primi post si può pensare, identificare
l'autore come malinconico cronico tendente al pessimismo.

In realtà, sono tutt'altro, ottimista all'eccesso,
forse troppo, irriverente e buono,
non so essere premeditatamente cattivo,
quando lo sono stato è stato per stupidità,
ecco l'asino.

Sia bene inteso che l'asino, per me,
è l'animale più bello, più forte, più serio,
ingiustamente accusato di stupidità.
Io immagino l'asino come un'animale fantastico
impegnato a fantasticare.
Io mi sento di avere le qualità del 'mio' asino.

Prendiamo per buona l'associazione asino uguale stupidità,
allora l'asino del mio titolo è colui che da il massimo
per ottenere qualcosa, ma sa di essere stupido,
sa di non sapere, si sforza però di migliorare.

La coscienza, il confronto per cercare di migliorarsi.

Io ... Io ... è si il ragliare ma anche la volontà di
deragliare, di forzare le fatidiche domande
Io ... cosa sono
Io ... dove sono
Io ... di cosa sono composto
Io ... etc ... etc ...

Il mio raglio è uno sfogo emozionale,
un canto d'amore, che vuole attirare
le anime 'in ricerca',
al banchetto dell'essenza pensante dell'uomo.

Open Window ...

Scrivere un Blog è come essere
il capo redattore di un giornale
ed ad ogni uscita dover scrivere l'editoriale.
Cercherò di raccontarvi delle emozioni (le mie) delle
sensazioni (le mie) ma anche delle storie.
Storie inventate o sognate o storie di vita vissuta,
la mia vita.

Restart ...

Sono sempre vive in me la speranza
per un mondo migliore, questa 'semplice'
speranza è che le persone che hanno
a che fare con scelte importanti,
scelte che possono influenzare
l'emotività o la vita di una persona
ci pensino diverse volte prima di agire,
semplicemente cerchiamo di essere meno stupidi
o strafottenti.

Io sono il 'mio' asino.

Il mio caro angelo


Potrà sembra strano o irreale, a voi che mi conoscete,
ma sono stato sempre di gusti difficili, delle donne intendo.
Pensandoci, forse, non avevo amato mai veramente prima,
ma adesso è diverso credo di amare.
Alla venerabile età di 44 anni, dopo vari amori
e due matrimoni alle spalle, mi sento finalmente
un bambino, un bambinone saggio,
saggezza riconosciuta da voi amici miei,
intelligente, giocherellone ed eccessivamente socievole.
Perché strano o irreale vi chiederete,
perché la persona che accende tutti insieme i miei sensi
e sentimenti è si donna ma non le piacciono gli uomini, 
è stata proprio lei a raccontarmi il suo particolare essere.
Non so bene definire i suoi gusti,
non le piacciono né gli uomini né le donne.           
Il suo corpo è asessuato,
non mostra nessuna particolarità selettiva dei due sessi,
ma nel contempo è estremamente sinuoso e pieno di grazia.
La sua mente è vivida e cosciente della sua particolarità,
questa situazione, ne sono sicuro, non le comporta il 
benché minimo imbarazzo, lo capisco dal suo sorriso
e dal luccicare dei suoi grandi e chiari occhi.
Lei non sa del mio amore,
ma io mi incanto per ogni suo gesto, movimento, parola.
Vedo i suoi movimenti come al rallentatore ed il suo
viso mi sembra sempre contornato da una aureola, come in un sogno.
Che dite o amici si tratta di amore?
Ogni sua piccola parola pur se insignificante attira la mia attenzione;
il timbro della sua voce è come tutti     
insieme i suoni della natura, lo scorrere di un fiume,
il cinguettio degli uccelli, la brezza leggera che muove le
fronde degli alberi ed il canto soave di tutti gli animali in amore.
Quando sono con lei, e purtroppo capita raramente,
faccio fatica a trattenermi dal non accarezzarla, dal non baciarla,
il mio cuore rimane come sospeso in un singolo battito,
dondolato dalla sua voce.
Il solo pensiero di lei, della sua esistenza mi rende felice
e mi permette di affrontare la vita con ottimismo,
con un'idea positiva, perché chi ama sa mediare
il mondo che lo circonda per difendere l'origine e la causa.
Il solo averle parlato, di aver diviso la sua stessa aria,
di aver goduto del suo tenue profumo mi fa sentire un essere
fortunato e completo.
Tutti i sintomi che vi ho narrato sembrano inequivocabili,
o cari amici, sono veramente innamorato.
Anche se non potrò mai averti tutta per me nulla potrà
mai scalfire il tuo ricordo o dolce e soave angelo,
la mia essenza sarà per sempre legata a te.

venerdì 13 luglio 2012

Filo Sofia ma ...


... forse sposerò Berta.

Sofia, alta, pelle chiara, capelli corti mossi,
occhi verdi, fisico atletico.
Dolcezza allo stato puro,
intercetta quasi tutti i miei desideri vitali.
Dire di essere sincronizzati è riduttivo,
siamo lo stesso ingranaggio in un meccanismo complesso.
Ci siamo incontrati sul lungomare della mia città.
Su di una panchina, stavo guardando un libro,
un libro che amo, un regalo appena comprato.
Non avevo notato la ragazza alla mia destra.
"La sensazione della mummia che ti insegue ad una
velocità spaventosa ... piacere sono Sofia".
Mi sono girato verso di lei, ero innamorato.
Siamo rimasti 6 ore a parlare senza accorgercene,
fino alle 4 del mattino.
Siamo partiti parlando de "Le mummie" di Seabury Quinn,
di Edgar Allan Poe, di Lovercraft, etc ...
parlavamo delle ingiustizie, delle emozioni,
parlavamo di noi, ci siamo baciati.
Ci salutiamo, lei con un ultimo bacio
"Domani parto, torno a Brescia, fra un mese mi sposo,
così va la vita ... questa è stata la più bella notte
della mia vita ... non la dimenticherò mai".

Berta, alta, mora, capelli lunghi mossi,
occhi marroni, fisico mozzafiato.
La sua ideologia,
anarchica-comunista-rivoluzionaria-fascista.
Ha le idee chiare! la sua è un'ideologia
quindi la applica in tutte le occasioni.
Riesce a creare scompiglio in qualunque discussione
o circostanza, una confusionaria naturale.
Riesce a creare barricate anche su un granello di sabbia,
si arrocca con facilità, la sua mente è impenetrabile.
Spesso ho avuto il dubbio, non è che la sto sopravvalutando?
Mi rassicuro, no è semplicemente complessa,
complessa allo stato dell'arte.
Si deve per forza ogni volta superare delle
prove per poterla 'avvicinare'.
E' una sfida continua,
che delle volte non sono in vena di accettare,
ma, se vinta, regala sensazioni incredibili.

Delle volte, quasi sempre, senza rendercene conto,
scegliamo la strada più impervia,
pensando possa regalarci più soddisfazioni.
Quasi sempre quella è la strada più impervia e basta.

BDG 12/07/2004: Calma apparente


Le 'guerre' della vita, le piccole e grandi battaglie di uno qualunque.

Bollettino di guerra (BDG) del 12/07/2004.
Numero fronti aperti: 2.

Sul fronte familiare sto combattendo,
da circa 4 anni, una guerra subdola e stancante,
fatta di piccole e frequenti scaramucce ed imboscate.
Sia ben chiaro, è una guerra sostenibile.
La guerra è stata inevitabile ed è coincisa con
l'instaurazione del regime matrimoniale.
I due contendenti, pur se dotati di poche risorse,
stanno vendendo cara la pelle, nessuno è riuscito
a scalzare l'altro di un che minimo centimetro
dalle posizioni occupate.
Si tratta di una guerra altamente strategica,
il minimo sbaglio da parte di uno dei due contendenti
porterà sicuramente al proprio annientamento.
Il mio avversario mira ad una mia totale sottomissione
con l'instaurazione di un regime tirannico.
Io miro ad un armistizio, un patto di non belligeranza,
per potermi godere un pò di pace e tranquillità.

Sul fronte lavorativo, purtroppo le risorse in campo
sono altamente sbilanciate.
In questo caso non combatto da solo,
al mio fianco ci sono circa 150 soldati,
tutti bene armati e tecnologicamente all'avanguardia.
Con un abile mossa siamo riusciti ad occupare
un centro di ricerche fortificato, un bunker antiatomico.
Abbiamo, comunque, solo prolungato l'agonia.
Purtroppo il nostro nemico ci ha circondati,
ci ha tagliato ogni rifornimento, ormai
lo sappiamo è solo questione di tempo
siamo destinati a soccombere.

Comunque non molleremo mai,
venderemo cara la pelle ... Banzai.

P.S. Se non soccomberò in battaglia, aspettatevi un altro aggiornamento.

lunedì 11 giugno 2012

Grappoli di incoscienza


Grappoli di incoscienza
resi sterili dal fortunato scorrere del tempo.

Ultimamente mi sono fermato a riflettere,
in particolare su di un avvenimento della mia vita,
vi riporto i fatti.

Avevo circa 15 anni, fine settembre, pomeriggio inoltrato.
Giornata ventosa, con mare agitato.
Spiaggia quasi deserta, perfetta per una partita di pallone.
Dopo circa mezz'ora di gioco,
grazie alla spavalderia del bello della situazione,
il pallone vola in mare, la forte corrente lo spinge lontano.
D'istinto il più piccolo del gruppo,
appena tredicenne si lancia in mare.
Inizia a nuotare veloce, tutti gli urliamo di ritornare.
Lo vedo allontanarsi tra le onde,
lo vedo, poi non lo vedo.
D'istinto mi tuffo, io sono più grande,
nuoto, la madre lo ha affidato a me,
nuoto, sento la sua voce "mi raccomando Joshua",
nuoto più forte, non lo vedo più non vedo il pallone.
Nuoto ancora più forte, non lo vedo, non lo vedo.
Nuotavo, piangevo, nuotavo,
mi sentivo morire, ero certo di morire.
Stavo per perdere le forze, quando lo vedo,
aggrappato al pallone, lui ormai esausto.
Non so chi mi abbia dato la forza,
me lo sono chiesto tante volte.
Sono riuscito a raggiungerlo, aggrappati
al pallone facendoci forza a vicenda,
piano, lentamente siamo tornati a riva.

In quegli attimi fatali ne siamo usciti miracolosamente vivi,
ben altra sorte sarebbe potuta toccarci,
solo se ci ripenso, rischiare la vita,
per stupidità, per incoscienza, per un pallone di poche lire.

Si tratta di un attimo,
tu non puoi niente, il destino?

Se vi fermate a pensare,
c'é stato un avvenimento nella vostra vita
che avrebbe potuto prendere una piega diversa?

Se esistiamo non possiamo fare altro che ringraziare Dio.

Incomprensioni

Ti sei mossa nel mio cuore con un bulldozer,
il fragore, gli scoppi, il dolore.
Il danno è stato totale.

Silenzi lunghi, non eterni ma interminabili.

Una parete di seta nera, seta-mare, tesa allo spasimo,
il buio, distesi su di essa, si distesi,
verticali ma distesi, spiaccicati.

Tempi non vissuti.

L'uno accanto all'altra,
nessun contatto, nessun rumore,
nessun movimento.
Essere consapevoli della presenza,
ma non poter agire, paralizzati,
sordi, muti ... ma vedenti,
vedenti nel buio più assoluto.

Le pupille si muovono in ogni direzione,
in un ritmo frenetico, convulso,
alla ricerca di un punto di luce ...
... di un punto di contatto.

Luna


Luna non sei più la stessa.

Ti guardo ... no, il mio sguardo scivola,
sfiora la tua bianca faccia.
Non mi fermo più a cercare tutti i tuoi dettagli,
specialmente quando sei bassa all'orizzonte,
quando sembri gigante, immensa.

Non resto più, come un tempo, incantato,
incantato a guardarti, a farti domande,
a cercare di carpire la tua flebile voce.

Non riesco più a fissarti senza provare
una tristezza, un senso di vuoto,
di mancanza, un senso d'affetto strappato.

No Luna, tu sei sempre la stessa,
bella più che mai, fantastica, incredibile,
faro e rotta per tutti i sognatori e naviganti.

No, no, la colpa non è tua,
forse ... sicuramente della mia instabilità emotiva,
del nostro comune bisogno di affetto.

Sono io che sono cambiato,
la colpa è solo mia ...
... ciao amica Luna ... a presto.

Amore bello

Ciao amore bello,
oggi per te ho composto uno stornello.
Ho scritto la parola amore
con le lacrime di gioia del mio cuore.
Nelle lacrime ho aggiunto delle stelle
perché fossero per te più belle.

Ho chiuso gli occhi per vederti ballare,
ti rincorrevo per poterti abbracciare,
ti cingevo per poterti baciare,
tu con amore mi lasciavi ascoltare
il battito del tuo cuore.

Per te amore mio,
dagli stagni, ad uno ad uno,
ho raccolto i riflessi della luna.

Caro amore bello,
quando un dì ti incontrerò
il mio stornello ti leggerò.

Non voglio più


Non voglio più vedere i tuoi occhi ...
... più sentire la tua voce ...
... più incontrare il tuo odore ...
... non voglio più averti vicina.

Non devo più incontrare i tuoi grandi occhi ...
... più ascoltare la melodia della tua voce ...
... più cercare il tuo profumo ...
... non devo più impazzire per il calore del tuo corpo.

Non posso perdermi nell'azzurro dei tuoi profondi occhi ...
... essere cullato dalle dolci note della tua voce ...
... vagare tra gli incredibili profumi del tuo corpo ...
... non posso sentire il tuo sensuale abbraccio.

No ... no ... non voglio!
No ... no ... non devo!
No ... no ... noooh ... non posso ... non posso non amarti.

La principessa Fagiolino

Questa è una delle favole che ho inventato per mia figlia.
Quando è sera, prima di andare a letto,
spesso mi chiede di raccontarla,
"papà papà che fa la principessa Fagiolino?"
Allora io:
La principessa Fagiolino è una bambina piccola piccola
che vive in un castello grande grande ai margini
di un bosco immenso, sconfinato.

Fagiolino è piccina picciò,
ha lunghi capelli biondi biondi,
occhi verdi verdi ed è buona buona buona.

Fagiolino ha una matrigna cattiva cattiva,
il suo nome è Rosasmunda.

Rosasmunda aveva sposato il re Fagiolo, padre di Fagiolino,
quando la bambina aveva solo 2 anni.
Rosasmunda è di una cattiveria ed avidità senza pari.

Rosasmunda era talmente cattiva che vietava qualunque cosa
alla piccola Fagiolino, non le permetteva di giocare con gli
altri bambini, le faceva sempre fare le faccende domestiche
e la rinchiudeva spesso nella torre più alta del castello
per giorni e giorni.

Il re Fagiolo era sempre impegnato con la politica e la
caccia e non capiva cosa la piccola dovesse sopportare.

Meditava da tempo, la piccola Fagiolino di fuggire.
Un bel giorno, una mattina molto presto, quando tutti
dormivano, Fagiolino prese coraggio e scappò.

Scese le cento scale che la separavano dalla porta principale
del castello, ma arrivata nelle vicinanze dell'immensa porta
capì che non sarebbe mai riuscita ad aprirla.
Fortuna volle che alcuni camerieri attendevano i garzoni
per le consegne giornaliere, approfittando della confusione
Fagiolino riuscì ad attraversare la porta.

Dopo tanto tempo finalmente la piccola era fuori dal castello.

Senza perdersi d'animo Fagiolino entrò nel bosco tutta contenta
ed incominciò a camminare.

Cammina cammina cammina, la piccola incontrò tanti animaletti
uno più buffo e simpatico degli altri.

Cammina cammina cammina, Fagiolino vide un sacco di fiori e piante
che non aveva mai visto nè immaginato.
I fiori erano bellissimi, di tutti i colori dell'arcobaleno,
alcuni fiori sembravano farfalle.

Cammina cammina cammina, ormai si stava facendo notte e
la piccola incominciava ad avere un pò di paura e tanta fame.

Fagiolino si fece coraggio e continuo a camminare.
Ad un certo punto sentì una voce che proveniva da dietro
una siepe "Qui bello, vieni qui Gigante.".
Fagiolino si aprì un varco e vide un bimbo biondo biondo piccino picciò
che giocava con un cane piccino picciò.

Senza aver paura Fagiolino si avvicinò e si presentò.
Fagiolino gli raccontò tutta la sua storia.
Il bambino si chiamava Pisellino ed era figlio
del boscaiolo Quercia che abitava nel bosco.

Pisellino ...

Aaahh che sonno !!
"Papà papà e poi, dai racconta"
Stavo addormentandomi, va bene.

... Pisellino portò a casa sua Fagiolino e
la presentò ai suoi genitori.
Fagiolino si trovava bene con Pisellino ed i suoi genitori,
i quali pensarono di tenerla con loro.

Passarono gli anni, Pisellino e Fagiolino si fecero grandi
(rimasero sempre un pò piccini picciò) studiarono,
si iscrissero all'università.
Pisellino si laureò in Economia e Commercio ed aprì
uno studio nella vicina città.
Fagiolino si laureò in Veterinaria ed aprì un studio nel bosco.

Fagiolino e Pisellino si sposarono ed ebbero tanti figli
piccini picciò e vissero felici e contenti in una bella casa piccina picciò.

"Buona notte angelo mio".

L'ingranaggio fantastico ...

... è il più piccolo degli ingranaggi mentali.
E' formato da sole due rotelle ma è alimentato direttamente
dalla 'fornace delle emozioni'.
Diversamente dagli altri ingranaggi, è costituito d'oro
puro completamente intarsiato di gemme rosse e verdi, un gioiello.
Quando la 'fornace' è attiva l'ingranaggio fantastico
crea dei magnifici effetti caleidoscopici.

In alcune persone quest'ingranaggio non è mai
stato attivato, in altre sporadicamente.
La difficoltà sta, oltre nell'avere la chiave per attivarlo,
nel mantenerlo vivo per lunghi periodi.

La vita non ci permette di poter sempre fantasticare.
Se vuoi riuscire a mantenere un contatto con la realtà devi per forza,
ad un certo punto, bloccare 'l'ingranaggio fantastico'.

Il blocco può essere cosciente o 'incosciente',
nel mio caso è stato incosciente, non ricordo né quando
né dove, ma ad un certo punto la mia mente non 'costruiva'
i miei fogli volanti.

Una delusione importante, la perdita di una persona cara,
modificano geneticamente 'la fornace delle emozioni'.
Modifica su modifica, la fornace, che alimenta i sogni,
inizia a creare visioni alterate che fanno male, molto male.

Per difesa naturale, il corpo cerca di bloccare 'l'ingranaggio'.
Si è molto fortunati se ci si riesce, altrimenti sarebbe un sicuro
vagare senza meta, persi nello spazio buio delle ansie e delle inquietudini.

Il corpo ha fatto il suo dovere l'ingranaggio è bloccato.
Per sicurezza, copre il pannello di controllo, dell'ingranaggio,
con rovi di pure spine, per ricordarti il dolore.
Tu vorresti accendere l'ingranaggio per cercare di astrarti da
altri nuovi dolori ma non lo fai per paura di riportare a galla
vecchie e nuove ansie.

Qualche anno fa affrontavo un bruttissimo periodo,
con in mano un bel libro mi sono ricordato dell'ingranaggio.
Ho dovuto prendere una decisione.
Sono penetrato attraverso
la folta selva di rovi senza apparente dolore,
ho esitato un istante, rassicurato ho acceso l'ingranaggio.
Immediatamente una luce verde con sprazzi rossi ha inondato la
mia mente, sentivo che l'ingranaggio era ripartito.
Delle crisalidi nero pece sono emerse dalla luce, tutte le mie
inquietudini, ho avuto una paura indescrivibile
che potessero generare mostri incredibili.
Lentamente, le crisalidi si sono aperte mostrando delle bellissime
farfalle, 'voleggiando' nella mente dipingevano gli scenari fantastici,
il tempo aveva fatto il suo corso depurando la fornace.

Grazie tempo, almeno questa volta devo ringraziarti.

In carrozza, il motore è a posto ... si riparte.

mercoledì 4 gennaio 2012

Il mio compagno di viaggio ...


... è un grosso mammouth,
vi immaginate un asino e un grosso mammouth?
No, no ... quella è un'altra storia di un mammouth
e un bradipo.

Ha il pelo rosso rosso,
un pancione grosso grosso
e spesso, io che sono un asino, gli monto sul dorso.

Scorazziamo in lungo e in largo.
Quando sono un pò giù mi fa l'occhiolino,
mi invita a seguirlo, allora so di certo,
che presto dimenticherò le mie ansie.

Ouvrez la Fenêtre ...

Mi sembrava il momento di raccontare una storia.
In questo momento il mio umore sta sprofondando
nella fossa delle Marianne,
quindi è meglio raccontare una storia vera, ma ...
... voglio farvi capire che non vorrei assolutamente
contaminare queste pagine con gli avvenimenti quotidiani.

Miro ad 'astrarmi' dalla realtà usando solo le mie facoltà.

Questa è la storia di un mio vero amore,
voglio solo raccontarvi cosa accadde.

Sono campanilista e non mi piacciono gli inglesismi,
purtroppo conosco solo l'inglese.
Alcune volte per fissare (descrivere) 'il zompare' dalla fantasia
alla realtà o viceversa è necessario un cambio di 'lingua'.

Ringrazio il mio caro amico, asino di vecchia data,
Lucignolo (ha studiato all'accademia della crusca)
per le traduzioni in Francese.

Relancement ...

Era una sera buia e tempestosa, ehm ... ehm ...
mi riparavo dalla pioggia sotto un ombrello
mezzo distrutto dal vento, correndo lungo
i muri del corso principale della mia città.
Cercavo di raggiungere una area protetta dotata di pensilina.
Non so come, non so perché, sicuramente il fato.
Correvo e guardavo da qualche altra parte ...BANGHETE...
Mi riprendo, disteso a terra sotto la pioggia,
vedo una nuvola rossa con al centro due pezzi
di cielo di un blu, verde accecante.

Sento solo le seguenti parole "Sono diecimila".
Metto a fuoco, è una splendida ragazza.
Lascio sfogare il cervello e cerco di alzarmi.
Allora sento "Sono diecimila, lo compri?
anzi devi comprarlo l'hai tutto rovinato."
Guardo dove indica il suo sguardo e vedo un mattone rosso.
Le mie prime parole dopo lo shock "diecimila lire per un mattone?".
Sdegnata, la ragazza "oltre ad essere deficiente sei pure tonto?
non vedi che è un libro, adesso me lo paghi asino."

Dopo forse pochi secondi, alzatomi,
controllo nel portafogli, ho solo 8 mila lire.
Allora io "ho solo 8 mila lire, possiamo rivederci ..."
lei mi stringe il polso, guardandomi negli occhi
"... purtroppo non posso. Accetto le 8 mila lire."
Prende i soldi e si allontana di un passo e
"sei un asino fortunato,
ti ho regalato i sogni, 8 è il tuo numero fortunato".

Non l'ho più rivista, ma la sua immagine è una delle
più vivide presenti nella mia mente.

Era tutto vero.
Otto è il mio numero preferito.
Da quel momento avevo un mammouth con tutti gli scritti
di Edgar Allan Poe.

Avete capito chi sono?
sono un asino ...
sto sempre a fantasticare ...
vivo in una favola ...
avete conosciuto un mio particolare amico, Lucignolo ...

... e io ... sono Pinocchio.

Mi capitava spesso ...


... di svegliarmi di notte con nuove storie e nuove sensazioni,
impersonavo ora un eroe greco o romano ora un pirata
ora un personaggio non ben definito ma con poteri sovrannaturali
capace di alleviare le sofferenze dell'umanità.
Erano, forse, il prodotto finale del metabolismo mentale quotidiano,
niente altro che le letture e gli avvenimenti del giorno
che come humus e linfa, insieme alla mia fervida immaginazione,
creavano paesaggi e personaggi fantastici ed inimmaginabili.

Erano avventure totalmente appaganti,
più belle del più bel libro che abbia mai letto.

Delle volte le storie e le sensazioni erano talmente belle
e chiare che, ormai non riuscendo più ad addormentarmi,
le schizzavo su carta nei miei fogli volanti,
centinaia di fogli volanti.

Delle volte, invece, le storie erano si belle ma sentivo
che non sarei mai riuscito a trasporle,
allora cercavo di fissarle nella mente, un imprinting 'naturale',
rimanevo quindi nel letto a gustarmi le sensazioni di vivere in un sogno.

Pochi giorni fa, dopo molti anni, sono salito in soffitta
a cercare i mie fogli volanti,
dopo ore di ricerca
nelle mie mani ce ne erano solo pochi,
nessuno di quelli che avrei voluto trovare.

Adesso, tutto questo non mi capita più.

All'inizio ...


... era il vuoto.
La mia idea è di creare qualcosa che, come l'universo,
partendo da un singolo punto 'pesantissimo' dalla compressione assoluta,
possa esplodere (un'esplosione positiva) ed espandersi all'infinito (l'infinito racchiuso in una singola vita umana, mortale).
Ho sempre amato scrivere, scrivere dei miei sentimenti delle mie emozioni e sensazioni.
Ho scritto fogli volanti su fogli volanti, ho consumato penne su penne ed ho lasciato
i miei fogli volanti al proprio destino, forse nella speranza che uno di essi, trasportato
da qualunque vento o fiume dell'anima potesse essere condiviso.

Non ho mai tenuto un diario, forse perché sarei stato costretto a scriverlo giorno
dopo giorno anche senza ispirazione emozionale, non ho mai amato scrivere in 'corsa'.

Parlo, parlo, parlo, ... io(ooo) ... io(ooo) ... sono un asino.