sabato 14 luglio 2012

Resa cromatica


Mi trovo spesso per lavoro a Berlino, 5 o 6 volte all'anno,
per periodi che variano da tre giorni ad una settimana.
Non parlo tedesco, ma lavoro con persone che
parlano l'inglese e alcune abbastanza bene l'italiano.
Non metto piede a Berlino senza aver portato con me
un pacco di caramelle Rossana, un pacco da un chilogrammo.
Thomas Zeiss è un vagabondo di circa 40 anni,
vive in una fabbrica abbandonata, al primo piano,
dove da un piccolo ripostiglio ha ricavato la sua casa.
Per porta usa un armadio, che ha intelligentemente
montato su rotelle e bloccato con un catenaccio.
Non ci sono finestre, ma c'é un lucernario,
che gli permette di vedere, di notte, le stelle.
La particolarità della sua stanza, in cui c'é solo un letto
ed un comodino, peraltro di buona fattura, la particolarità,
dicevo, sta nel fatto che Thomas ha rivestito tutte le pareti
di fogli colorati, ogni foglio è una acqua forte di un solo colore,
ogni foglio di un colore diverso, di un cromatismo diverso.
I foglio sono applicati alla parete con una cura certosina,
una precisione immediata,
ognuno dista dall'altro esattamente quattro centimetri.
I 'vagabondi' sono persone speciali,
persone che hanno una sensibilità superiore,
vedono cose che noi non vediamo,
capiscono cose che noi non immaginiamo.
La loro sensibilità non gli permette di assorbire,
senza traumi, le scariche emotive della società moderna.
Le migliaia di sollecitazioni per unità di tempo,
che noi persone 'normali' ormai abbiamo metabolizzato
nel subconscio e quindi che automaticamente filtriamo,
per loro sono un continuo pungolare
una doccia di lente gocce nel loro cervello.
Ogni sera, dopo aver terminato il lavoro,
compro due bei panini, all'italiana,
e quattro birre ghiacciate, mi reco al solito posto.
Trovo sempre ad aspettarmi Thomas.
Apre una birra, apro una birra,
cin cin, beviamo lentamente, rilassati.
Scartiamo i panini, mangiamo e finiamo la prima birra.
Apriamo la seconda birra ed iniziamo a discutere.
Le nostre discussioni sono per lo più dei
suoi monologhi sui prismi e su qualunque cosa che
possa 'filtrare' la luce, delle discussioni sul 'tutto'.
Thomas è un fisico specializzato in ottica,
nato a Berlino è trasferitosi subito dopo gli studi,
per lavoro a Londra.
Sette anni di duro lavoro ed una sera, controllando
i percorsi di una macchina ottica, SBANG,
come uno specchio che si rompe, i suoi occhi o meglio
il suo cervello non catturano più i colori.
Inizia per lui, l'isolamento volontario,
quella che lui chiama la "rivolta dei vetri".
Ho conosciuto Thomas due anni fa,
passeggiando, lo vedo seduto ad una panchina.
Vengo subito attirato dalla sua dignità,
dal suo assorbimento in qualcosa di matematico,
vedo le sue labbra contare, i suoi occhi fare calcoli.
Mi avvicino, estraggo il contenuto della tasca destra della giacca,
un marco, cinquecento lire, una caramella Rossana.
Lui come risorto dal suo meditare, scruta con interesse
il palmo della mia mano fissando la caramella,
mi guarda aspettando un mio cenno di assenso.
Scartoccia la caramella, la mette in bocca,
poi lentamente apre l'involucro rosso,
lo gira, lo stira, lentamente lo alza verso un lampione
"Guardando attraverso questo oggetto ho una parvenza di colore".
Thomas usa le carte rosse delle Rossana per riempire gli
spazi vuoti tra i fogli colorati nella sua stanza,
sperando che quella parvenza di colore potesse trasmettersi
ai colori adiacenti.
Ogni volta che lascio Berlino, lui mi saluta sempre nello
stesso modo, con un abbraccio e con queste parole
"Non ho più resa cromatica"
mentre una lacrima gli solca lenta lo zigomo.

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