martedì 17 luglio 2012

She nameless



You're the best,
above all, and all
and above the rest.

You are the poor sweet lies
of a life of tears and prayers.

Broken promises?
only lies, let's be honest!
honesty that you do not know what to do with it.

You always said:
"Honesty what are you doing?"

I always say:
"Love without honesty and trust
can not exist, it makes no sense.
Unfortunately, only for me was love. "

Thanks, now I can give
the right name to the right things
the right place at the right actions.

Thank you,
now i know your proper place
is out of my life.

Now, you are to me nothing.

From my heart to my mind,
deeply,
from the bones and meat ...
... nothing and nothing will be six.

Se non ora, quando?


Resto sconvolto, come mai in vita mia.
Credevo di averle provate tutte, 
dei sentimenti parlo;
di dolore e di amore 
credevo di averle provate ... tutte.


L'esistenza stupisce sempre ...
il mio cuore si è disintegrato 
come se non fosse mai esistito,
come se non avesse mai vissuto;
tutto quello in cui credevo 
si è sfaldato in dolci memorie ... dolore.


L'esistenza stupisce sempre ...
tutto è rinato come una melodia 
finalmente accordata ... amore.
Con buona pace dei singoli strumenti ..
se non ora, quando? Adesso ... 
arrivederci dolce amica ..
grazie del tuo sincero affetto.

Terra mia


Le onde mi riportano l'odore di te,
resto presente,
immobile sul molo a naufragare.
Piangendo, urlo "presente".
Non riconosco niente intorno a me,
le cose che percepisco mi sono estranee,
le sento ostili, mortificano il tuo ricordo.
Non mi sforzo di capire,
rassegnato alla tua mancanza.
Davanti a me, la nave sembra un fantasma,
si dissolve, come la speranza,
qualcosa che, oramai, non esiste più.
Ricordo ...
Le rosse foglie d'autunno,
i freddi filari antichi,
i tuoi capelli ... così belli.
La terra d'agosto, umido miraggio,
la tua forza e le tue gioiose grida.
Gli ulivi, i fuscelli, sferzati dal vento,
le tue mani, sempre intente, mai ferme.
Non dimentico ...
L'orto, la paglia, i quattro pulcini,
tu chino a seminare,
noi festosi a trebbiare.
L'anatroccolo giocherellone,
l'oca muta, di nome ma non di fatto,
le tue storie di guerre,
i miei cento cani,
i tuoi mille gatti,
le mie storie di bambino,
le tue sofferenze da vecchio.
L'erba mattutina uggiosa di primavera,
l'odore di muschi, funghi e castagne,
la tua voce ... che pace.
Sei terra mia.

Perla


Perla, spero tu capisca che ti ho amato e ti amo più dei miei figli.
Ti tengo preservata, ti custodisco,
preziosa come sei ti coccolo da sempre.
I miei veri figli li ho sempre abbandonati appena nati,
non conosco la loro sorte, non li ho visti crescere.
Tu sei diversa, ti ho accarezzata per anni, da quando eri piccola,
piccola come un granello di sabbia.
Ti ho visto crescere, giorno dopo giorno, io non ho avuto
occhi o pensiero se non per te o mia preziosa.

Padre oh madre mia, io non resisto più in questa prigione,
voglio uscire, conoscere, vedere, voglio percorrere la vita.

Come padre ti tengo confinata, perché so,
che chiunque ti vedesse non potrebbe fare a meno di averti,
la tua bellezza non ha eguali.
Come madre non posso fare a meno di te,
la tua mancanza sarebbe per me fatale.
Liberami o padre se mi ami, lasciami andare madre,
ti prego lasciami ...

Perla non riuscì a terminare la frase, un forte scossone la fece tremare.
Addio o mia preziosa, il destino ha scelto per noi,
adesso sarai felice, non ci rivedremo più,
quando ti ricorderai di me io sarò già morta.
Perla, adesso era felice, si aveva sofferto,
all'inizio aveva subito un'operazione molto dolorosa,
ma adesso tutto quello che desiderava era alla sua portata.
Viaggiava spesso, frequentava feste sfarzose,
guardava il mondo da una posizione privilegiata.
Era sempre in compagnia di altri suoi simili
con cui pettegolava ininterrottamente giorno e notte.
La persona che ora l'amava si prendeva cura di lei,
Perla inebriata dalla sua felicità aveva ormai dimenticato
la sua origine, mai un pensiero, da allora,
era caduto sulla sua genitrice.
Come Perla tra perle, in una collana, era ormai felice.

Alla 'felicità' di alcuni, corrisponde alcune volte, l'infelicità di altri.

La Meraviglia


Lentamente la mano si calava, planava, lentamente si posava.
Lentamente il corpo si piegava, seguendo con grazia l'apertura del braccio.
Gisella si trovava, adesso, inginocchiata davanti a quella meraviglia.
Sulla bassa collina, verde di erba mattutina, sotto il gigante olmo,
enorme fungo a dominare la vetta,
Gisella nel suo abito da cortigiana, color dell'orzo, damasco al corpetto,
con i suoi capelli rossi, rosso del malto maturo,
rosso dei lunghi boccoli, rosso il viso per la freschezza dei suoi sedici anni.
Nell'ombra dell'olmo, nei venti leggeri, nei pollini sospesi,
nel vestito opprimente, Gisella, lo sguardo come ad accarezzare,
lenta la testa ad inclinare, per capire la consistenza,
per indovinare la trama e la resistenza.
La mano ormai n’accarezzava la sagoma, la testa ruotava e s’inclinava,
quasi a pennellare la meraviglia, le dita quasi a stringere,
i capelli a suonare il bavero del vestito, gli occhi, fissi prima,
ebri di bramosa voglia, poi lentamente rilassati e dolci.
Gisella desisteva, restava incantata, ormai sapeva, aveva capito.
Figlia dell'olmo secolare, i petali blu intarsiati, venati di rosso e oro,
il gambo verde mantide, le spine di rosso vermiglio
e le poche foglie di seta turchese.
Meravigliosa quella rosa era.
Troppo bella per essere colta e Gisella non voleva,
sapendo, rovinare quella sublime estasi emotiva.
Decise allora che avvrebbe accompagnato,
vegliando giorno dopo giorno l'intera vita di quella meraviglia.

sabato 14 luglio 2012

Resa cromatica


Mi trovo spesso per lavoro a Berlino, 5 o 6 volte all'anno,
per periodi che variano da tre giorni ad una settimana.
Non parlo tedesco, ma lavoro con persone che
parlano l'inglese e alcune abbastanza bene l'italiano.
Non metto piede a Berlino senza aver portato con me
un pacco di caramelle Rossana, un pacco da un chilogrammo.
Thomas Zeiss è un vagabondo di circa 40 anni,
vive in una fabbrica abbandonata, al primo piano,
dove da un piccolo ripostiglio ha ricavato la sua casa.
Per porta usa un armadio, che ha intelligentemente
montato su rotelle e bloccato con un catenaccio.
Non ci sono finestre, ma c'é un lucernario,
che gli permette di vedere, di notte, le stelle.
La particolarità della sua stanza, in cui c'é solo un letto
ed un comodino, peraltro di buona fattura, la particolarità,
dicevo, sta nel fatto che Thomas ha rivestito tutte le pareti
di fogli colorati, ogni foglio è una acqua forte di un solo colore,
ogni foglio di un colore diverso, di un cromatismo diverso.
I foglio sono applicati alla parete con una cura certosina,
una precisione immediata,
ognuno dista dall'altro esattamente quattro centimetri.
I 'vagabondi' sono persone speciali,
persone che hanno una sensibilità superiore,
vedono cose che noi non vediamo,
capiscono cose che noi non immaginiamo.
La loro sensibilità non gli permette di assorbire,
senza traumi, le scariche emotive della società moderna.
Le migliaia di sollecitazioni per unità di tempo,
che noi persone 'normali' ormai abbiamo metabolizzato
nel subconscio e quindi che automaticamente filtriamo,
per loro sono un continuo pungolare
una doccia di lente gocce nel loro cervello.
Ogni sera, dopo aver terminato il lavoro,
compro due bei panini, all'italiana,
e quattro birre ghiacciate, mi reco al solito posto.
Trovo sempre ad aspettarmi Thomas.
Apre una birra, apro una birra,
cin cin, beviamo lentamente, rilassati.
Scartiamo i panini, mangiamo e finiamo la prima birra.
Apriamo la seconda birra ed iniziamo a discutere.
Le nostre discussioni sono per lo più dei
suoi monologhi sui prismi e su qualunque cosa che
possa 'filtrare' la luce, delle discussioni sul 'tutto'.
Thomas è un fisico specializzato in ottica,
nato a Berlino è trasferitosi subito dopo gli studi,
per lavoro a Londra.
Sette anni di duro lavoro ed una sera, controllando
i percorsi di una macchina ottica, SBANG,
come uno specchio che si rompe, i suoi occhi o meglio
il suo cervello non catturano più i colori.
Inizia per lui, l'isolamento volontario,
quella che lui chiama la "rivolta dei vetri".
Ho conosciuto Thomas due anni fa,
passeggiando, lo vedo seduto ad una panchina.
Vengo subito attirato dalla sua dignità,
dal suo assorbimento in qualcosa di matematico,
vedo le sue labbra contare, i suoi occhi fare calcoli.
Mi avvicino, estraggo il contenuto della tasca destra della giacca,
un marco, cinquecento lire, una caramella Rossana.
Lui come risorto dal suo meditare, scruta con interesse
il palmo della mia mano fissando la caramella,
mi guarda aspettando un mio cenno di assenso.
Scartoccia la caramella, la mette in bocca,
poi lentamente apre l'involucro rosso,
lo gira, lo stira, lentamente lo alza verso un lampione
"Guardando attraverso questo oggetto ho una parvenza di colore".
Thomas usa le carte rosse delle Rossana per riempire gli
spazi vuoti tra i fogli colorati nella sua stanza,
sperando che quella parvenza di colore potesse trasmettersi
ai colori adiacenti.
Ogni volta che lascio Berlino, lui mi saluta sempre nello
stesso modo, con un abbraccio e con queste parole
"Non ho più resa cromatica"
mentre una lacrima gli solca lenta lo zigomo.

L'impronta ...


... di questo blog è prettamente intimista.
Dai primi post si può pensare, identificare
l'autore come malinconico cronico tendente al pessimismo.

In realtà, sono tutt'altro, ottimista all'eccesso,
forse troppo, irriverente e buono,
non so essere premeditatamente cattivo,
quando lo sono stato è stato per stupidità,
ecco l'asino.

Sia bene inteso che l'asino, per me,
è l'animale più bello, più forte, più serio,
ingiustamente accusato di stupidità.
Io immagino l'asino come un'animale fantastico
impegnato a fantasticare.
Io mi sento di avere le qualità del 'mio' asino.

Prendiamo per buona l'associazione asino uguale stupidità,
allora l'asino del mio titolo è colui che da il massimo
per ottenere qualcosa, ma sa di essere stupido,
sa di non sapere, si sforza però di migliorare.

La coscienza, il confronto per cercare di migliorarsi.

Io ... Io ... è si il ragliare ma anche la volontà di
deragliare, di forzare le fatidiche domande
Io ... cosa sono
Io ... dove sono
Io ... di cosa sono composto
Io ... etc ... etc ...

Il mio raglio è uno sfogo emozionale,
un canto d'amore, che vuole attirare
le anime 'in ricerca',
al banchetto dell'essenza pensante dell'uomo.

Open Window ...

Scrivere un Blog è come essere
il capo redattore di un giornale
ed ad ogni uscita dover scrivere l'editoriale.
Cercherò di raccontarvi delle emozioni (le mie) delle
sensazioni (le mie) ma anche delle storie.
Storie inventate o sognate o storie di vita vissuta,
la mia vita.

Restart ...

Sono sempre vive in me la speranza
per un mondo migliore, questa 'semplice'
speranza è che le persone che hanno
a che fare con scelte importanti,
scelte che possono influenzare
l'emotività o la vita di una persona
ci pensino diverse volte prima di agire,
semplicemente cerchiamo di essere meno stupidi
o strafottenti.

Io sono il 'mio' asino.